Manager, quali competenze per la sostenibilità

12 Aprile 2021
Il progetto MATES finanziato nell’ambito delle iniziative strategiche di Fondirigenti e realizzato da Sistemi Formativi Confindustria in partenariato con Fondazione Ecosistemi ed École, ha analizzato le strutture organizzative aziendali e le modalità con le quali si definiscono e si attuano, con le relative competenze e responsabilità delle figure incaricate, le politiche ambientali e per la sostenibilità nelle imprese. L’obiettivo è quello di intervenire nel processo di scoperta e di condivisione delle opportunità legate a un paradigma di sviluppo sostenibile.

La pandemia da Covid 19 sta continuando a scuotere la base del sistema economico mondiale. La conclusione dell’emergenza, che tutti ci auguriamo giunga presto, dovrà quindi coincidere con l’avvio di un’impegnativa ricostruzione. Una ricostruzione che sarà necessariamente incardinata su due asset strategici: digitalizzazione e sostenibilità. In questo potenziale scenario di rinascita dell’economia su basi moderne e sostenibili, il ruolo dei manager all’interno delle aziende diventa cruciale. Devono essere, in tempi rapidi, capaci di interpretare la missione, mettendo in cantiere e realizzando tutte quelle iniziative che possono trasformare l’impresa in un soggetto che crea sia profitto che crediti ambientali.

In particolare, sul fronte della sostenibilità sarà imprescindibile produrre soluzioni che contrastino gli effetti dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento dell’aria e delle acque e permettano di affrontare la complessa questione della gestione dei rifiuti. Sono tutti temi che devono necessariamente prevedere una risposta adeguata da parte del sistema economico, sicuramente a partire dal fronte delle politiche pubbliche, ma che devono trovare nel tessuto imprenditoriale un promotore capace di rendere più rapida la conversione ecologica dell’economia.

Le filiere produttive, con le loro connessioni e scambi diventano allora il soggetto potenziale sul quale agire. La conversione ecologica e sociale delle filiere potrà essere ottenuta, sul lato della domanda pubblica, adottando criteri ambientali e sociali (Green Public Procurement) nelle procedure pubbliche di acquisto di beni e servizi, sul lato dell’offerta, riconvertendo le filiere produttive in una logica di sostenibilità.

La qualificazione ambientale delle filiere

La qualificazione ambientale delle filiere interessa tutte le organizzazioni, siano esse pubbliche amministrazioni, con le loro procedure di acquisto, che imprese private articolate in filiere globali. Da questo punto di vista, quello che dovremmo auspicare è che un operatore economico, ad esempio una grande impresa o la domanda pubblica, operi vincolando le proprie esigenze di fornitura di beni e servizi a criteri di qualità e sostenibilità ambientale.

Il manager che dovrà stabilire e gestire questi vincoli dovrà essere in grado di farlo in modo efficace ed efficiente. A sua volta l’offerente, quindi i manager aziendali addetti alla promozione e al marketing aziendale dovranno essere in grado di rispondere alla nuova domanda, anche anticipandola, d’accordo con i propri colleghi che dovranno poi operare quei cambiamenti produttivi e organizzativi necessari, anche attraverso gli opportuni approvvigionamenti dell’impresa stessa. E questo processo si può replicare fino all’ultimo operatore della catena del valore.

In questo contesto i manager, da quelli con funzioni di promozione dell’offerta, passando per i gestori della produzione e fino a quelli con funzioni di procurement, sono chiamati a completare la loro preparazione e a integrare le proprie competenze con quelle che devono essere considerate indispensabili nel bagaglio di un manager che opera nella logica della sostenibilità e dell’economia circolare. Sarà quindi necessario che anche gli attori della filiera formativa e della professionalizzazione manageriale adeguino, aggiornandola, la propria offerta con percorsi specifici in tema di produzione e consumo sostenibili e circolari.

Il progetto MATES, Manager per la Transizione Sostenibile

Il progetto MATES – Manager per la Transizione Sostenibile, finanziato nell’ambito delle iniziative strategiche di Fondirigenti e realizzato da Sistemi Formativi Confindustria in partenariato con Fondazione Ecosistemi ed École, nasce con l’obiettivo di intervenire nel processo di scoperta e di condivisione, con le imprese e con il management, delle opportunità legate ad un paradigma di sviluppo sostenibile. Più specificatamente, il progetto punta ad analizzare le strutture organizzative aziendali e le modalità con le quali si definiscono e si attuano, con le relative competenze e responsabilità delle figure incaricate, le politiche ambientali e per la sostenibilità nelle imprese.

Il progetto, attraverso il coinvolgimento di oltre 300 manager, ha permesso di:

  • fornire un quadro delle strutture organizzative aziendali e delle modalità con le quali si definiscono e si attuano le politiche ambientali e per la sostenibilità nelle imprese;
  • verificare in che modo e con quali temi gli attori della formazione manageriale approfondiscono e integrano le competenze manageriali per la sostenibilità nei percorsi formativi;
  • progettare e implementare sistemi di assessment per l’individuazione in azienda dei fabbisogni formativi in tema di competenze manageriali per la sostenibilità;
  • progettare modelli formativi volti a costruire le competenze manageriali per la sostenibilità in termini generali e specifici per funzioni.

Indagine sui fabbisogni di competenze manageriali delle imprese e relativa offerta formativa

Le indagini sulla sostenibilità delle imprese e sui fabbisogni di competenze manageriali hanno consentito di restituire un’immagine dettagliata delle strutture organizzative aziendali e delle modalità con le quali si definiscono e si attuano, con le relative competenze e responsabilità delle figure incaricate, le politiche ambientali e per la sostenibilità nelle imprese.

Attraverso un questionario di indagine e 4 focus group sono stati esaminati gruppi rappresentativi di aziende, selezionate tra le 17 filiere produttive individuate, per verificare sia i modelli organizzativi con i quali le aziende affrontano il tema della sostenibilità, sia la collocazione, la diffusione e il livello delle competenze manageriali per la sostenibilità presenti in azienda.

Dal confronto con il management è emerso che:

  • la maggioranza delle imprese si propongono di operare sempre di più nella direzione della sostenibilità, anche grazie alla spinta del management e del mercato, ma scontano un ritardo di attuazione concreta delle proprie politiche e non hanno ancora chiara la direzione da prendere;
  • la transizione verso un’economia circolare, così come la prevenzione e il riciclo dei rifiuti sono i due principali obiettivi che le imprese si pongono;
  • per il management vengono auspicate maggiori competenze e più diffuse tra le diverse funzioni aziendali, su un ventaglio di temi molto ampio a partire dagli aspetti relativi all’energia e alla gestione della materia (economia circolare), passando per i processi di acquisto verde, fino ad arrivare alla valutazione dell’intero ciclo di vita dei prodotti;
  • se inoltre trova conferma il ruolo determinante dei “responsabili della sostenibilità”, che fungono da raccordo tra le strategie aziendali e l’operatività dei processi aziendali, emerge tuttavia con chiarezza la necessità che l’alta direzione rafforzi le proprie competenze su questi temi;
  • anche per i responsabili di processo emerge l’importanza di una formazione trasversale, che li renda consapevoli della complessità degli strumenti a disposizione, affiancata però da una formazione verticale tagliata sullo specifico ruolo ricoperto e rispetto al settore in cui opera l’azienda, con il fine di favorire la concreta messa in pratica di processi sostenibili.

In questo quadro, l’analisi ha portato a concludere che i potenziali interventi formativi di aggiornamento del management devono combinare il contenuto tematico con diversi gradi di approfondimento, a seconda del target, ma garantendo al contempo la diffusione di una visione organica della sostenibilità e un linguaggio comune a tutte le funzioni aziendali.

Manager, come approfondire le competenze per la sostenibilità

La successiva indagine realizzata nell’ambito del progetto ha puntato quindi sull’analisi delle proposte e delle modalità con cui gli attori della formazione manageriale intendono approfondire e integrare le competenze manageriali per la sostenibilità, all’interno dei propri percorsi formativi.

L’azione ha comportato una ricognizione dei corsi di formazione offerti da Università ed enti di formazione sul tema della sostenibilità, integrata da un confronto diretto con enti di formazione non universitari, per approfondire i campi, i temi e le modalità con le quali andranno integrate le competenze manageriali per la sostenibilità nella formazione manageriale.

L’indagine ha permesso di verificare che:

  • la maggior parte degli interventi formativi sono rivolti principalmente al target dell’”alta direzione”, che vi partecipa con l’obiettivo di sviluppare o rafforzare un approccio strategico alla sostenibilità;
  • le tematiche maggiormente sviluppate riguardano, in primis, l’innovazione e la ricerca sostenibile, cui seguono la valutazione del ciclo di vita dei prodotti e le certificazioni ambientali di processo e di prodotto;
  • ad oggi queste tematiche non sono ancora molto diffuse nell’offerta formativa degli enti di formazione, esseno presenti al massimo in un quarto dell’offerta complessiva.

Le cinque principali figure manageriali prese in esame

Un successivo step del progetto ha permesso di progettare e sperimentare uno strumento di auto analisi e valutazione rivolto ai manager di impresa, con lo scopo di rilevare i fabbisogni formativi per le figure manageriali interessate ai temi della transizione sostenibile e del ciclo di vita del prodotto/processo aziendale.

Il questionario di auto valutazione è stato costruito con riferimento a 5 principali figure manageriali:

  • direzione generale
  • responsabile della sostenibilità
  • responsabile di processo produttivo
  • responsabile dell’approvvigionamento
  • responsabile della progettazione

A queste 5 figure si aggiunge anche il riferimento generale ai “manager/quadri direttivi”, che non sono considerate chiave ma che comunque si ritiene debbano avere una conoscenza seppur minima delle tematiche ambientali e delle connessioni tra attività di impresa e tutela ambientale.

Nel complesso, quindi, lo strumento prodotto permette ai manager di autovalutare la propria preparazione alla sfida della sostenibilità di impresa e di ricevere un feedback utile per pianificare eventuali percorsi di formazione, generali e/o specifici, sui temi della sostenibilità, con riferimento al proprio specifico ruolo in azienda.

Manager, i modelli formativi per sviluppare le competenze per la sostenibilità

A partire dai risultati delle suddette indagini e dei focus group con manager e imprese, sono stati elaborati 10 modelli formativi, ritenuti utili per sviluppare o aggiornare le competenze manageriali per la sostenibilità.

I modelli sono stati articolati sulla base sia del target di riferimento, sia della tipologia di formazione prevista, prevedendo, per ciascuno di essi, gli obiettivi formativi, il target professionale di riferimento, il taglio generale o specialistico, la durata auspicabile, le metodologie didattiche preferibili, una macro-articolazione dei contenuti e le competenze attese in uscita.

Riprendendo le figure manageriali individuate attraverso lo strumento di assessment, i target identificati per i 10 modelli formativi sono:

  • Alta direzione
  • Responsabili della sostenibilità
  • Responsabili di processo (produzione; progettazione; approvvigionamento)
  • Altre funzioni (manager e quadri direttivi in senso trasversale)

Per l’”Alta direzione” il modello formativo è unico ed è stato immaginato un taglio di natura strategica, fornendo un quadro dell’evoluzione dello scenario anche in relazione alle opportunità di finanziamento legate alla transizione delle imprese verso il paradigma della sostenibilità.

I percorsi rivolti al “Responsabile della sostenibilità” sono due, uno di carattere generale e l’altro specialistico. Entrambi nascono dalla consapevolezza che tale ruolo svolge una funzione cruciale di cerniera tra le decisioni strategiche definite dal top management e le declinazioni operative nei diversi processi aziendali. Le esigenze formative dei Responsabili della sostenibilità necessitano quindi sicuramente di un maggiore approfondimento rispetto a quanto previsto per l’Alta direzione, ma allo stesso tempo, richiedono anche una forte integrazione con la direzione rispetto alle implicazioni strategiche di questa tematica.

Anche il modello formativo sviluppato per i “Responsabili di processo” prevede sia il percorso generale che quello specialistico. In questo caso il focus è sull’impatto della sostenibilità sui processi, quindi sul ciclo di vita del prodotto. I responsabili di processo devono pertanto sviluppare una conoscenza generale del paradigma della sostenibilità e dei suoi diversi strumenti, finalizzata a fornire il quadro delle opportunità trasversalmente alle diverse funzioni aziendali.

A seconda poi del processo di riferimento, ci saranno focalizzazioni specifiche:

  • per i “Responsabili di produzione” sarà importante sapere come aumentare l’efficienza dei processi, da un lato riducendo ad esempio le emissioni di CO2, dall’altro minimizzando i rifiuti e incentivando pratiche virtuose di economia circolare. Il focus sarà quindi sui concetti di ciclo di vita, efficienza produttiva, certificazioni ambientali e di processo;
  • i “Responsabili della progettazione”, svolgendo un ruolo cruciale per ridurre gli impatti dei prodotti sull’ambiente, a partire dai materiali utilizzati per produrli, dall’energia necessaria per utilizzarli, sino ai rifiuti creati una volta obsoleti, devono pertanto sviluppare una conoscenza approfondita degli strumenti a loro disposizione per contribuire a ridurre gli impatti ambientali dei prodotti ed a favorire l’approccio incentrato sul “ciclo di vita” del prodotto;
  • per i “Responsabili dell’approvvigionamento”, considerando che la trasformazione dei modelli di business secondo i paradigmi della sostenibilità sta investendo in maniera sempre più pervasiva anche l’area degli approvvigionamenti, sarà importante sviluppare una conoscenza approfondita degli strumenti che consentono di implementare strategie e politiche di approvvigionamento sostenibile lungo tutta la catena di fornitura, coinvolgendo i fornitori anche attraverso piattaforme specifiche che consentano di dare un rating alla propria catena di fornitura.

Infine, per i “Manager/quadri direttivi di altre funzioni aziendali” è stato immaginato un unico modello formativo focalizzato sulla sensibilizzazione e sull’acquisizione di consapevolezza rispetto all’importanza della sostenibilità come driver competitivo. Il taglio del percorso dovrà puntare sull’evoluzione dello scenario competitivo in relazione alla sostenibilità e sull’approfondimento di alcuni strumenti strategici per la transizione al paradigma della sostenibilità.

Dai 10 modelli formativi elaborati, enti e società di formazione potranno attingere per sviluppare percorsi formativi ad hoc con i quali integrare la propria offerta, rispondendo così a un fabbisogno formativo crescente nell’intero sistema manageriale e delle imprese.

 

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