Dal 24 al 26 luglio 2023, l’Italia ospita a Roma “Food System Summit +2”, il secondo vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari sostenibili. Al summit, organizzato presso la sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), sono attesi capi di Stato e di governo provenienti dai 193 Paesi membri dell’ONU. I tre giorni di lavori sono incentrati sul tema dei sistemi alimentari sostenibili, equi, sani e resilienti. Focus particolare sul rapporto tra cambiamento climatico e sistemi alimentari, la denutrizione e le malattie legate alla cattiva nutrizione, che riguardano anche il nostro Paese.
Il summit serve a creare uno spazio di confronto in cui i Paesi partecipanti valutano i progressi compiuti dal vertice ONU del 2021 tenuto a New York. Questa è inoltre un’opportunità per definire gli interventi da attuare per trasformare i rispettivi sistemi agroalimentari. L’ultimo vertice è stato decisivo nello spostare l’approccio dall’affrontare esclusivamente il problema della lotta alla fame a un’analisi dell’impatto che il settore agroalimentare ha sul clima, sull’ambiente e sulla società. Questi giorni la sfida principale è quella di individuare le modalità per realizzare la transizione ecologica nel settore agroalimentare visto lo scenario globale mutato. Secondo il report FAO 2022 “Lo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo”, a causa della pandemia e degli effetti dei conflitti e della crisi climatica fino a 783 milioni di persone soffrono la fame, ossia 122 milioni in più rispetto al 2019.
Trasformare il modo in cui il cibo viene prodotto e consumato è essenziale per ridurre gli impatti ambientali e per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite. In tal senso, sono due i progetti che vedono impegnata anche Fondazione Ecosistemi con azioni concrete per la trasformazione dei sistemi alimentari. Da gennaio 2022 è attivo SchoolFood4Change (SF4C) il progetto che mette insieme diversi partner europei per trasformare l’attuale sistema di ristorazione pubblica in uno più sano e sostenibile. Il progetto finanziato dall’UE coinvolge 3.000 scuole come catalizzatori per la trasformazione del sistema alimentare, con un impatto su 600.000 giovani attraverso 16 città e governi regionali in 12 paesi europei e irradiandosi nella società in generale. SF4C – coordinato da ICLEI – Local Governments for Sustainability – riunisce a un tavolo tutti gli attori rilevanti dell’alimentazione scolastica: da studenti, genitori e insegnanti, agricoltori, cuochi e personale delle mense a esperti di approvvigionamento alimentare sostenibile, dietisti e imprese locali. Al centro di SchoolFood4Change un triplice approccio d’azione: l’approvvigionamento alimentare innovativo, la promozione di diete e cucina sana per la salute del pianeta, il Whole School Food Approach (WSFA) ovvero l’approccio alimentare a tutta la scuola. Tra le altre attività, Ecosistemi facilita e supporta l’implementazione delle azioni di innovazione del progetto sia nella demo italiana che nelle città in cui verrà replicato.
Un altro progetto che vede la Fondazione Ecosistemi in prima linea per la transizione sostenibile del cibo è Buy Better Food : Campaign for sustainable food on the public plate, una campagna di pressione europea concentrata sugli acquisti pubblici di cibo e bevande quale leva principale per la trasformazione dei sistemi alimentari europei in sistemi sostenibili, salutari ed equi, in linea con gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (UN SDGs) e la strategia europea Farm to Fork. Insieme alle altre organizzazioni coinvolte nella Coalizione, Ecosistemi condivide e si impegna a migliorare la salute umana, sociale e ambientale attraverso la trasformazione dei sistemi agro-alimentari europei. Tra gli strumenti più importanti nati dalla campagna il Manifesto con gli standard minimi per le mense pubbliche europee con proposte attuabili per la definizione di standard minimi per le mense pubbliche in Europa. Il Manifesto contiene obiettivi precisi, criteri per le gare d’appalto, verifiche e fattori abilitanti per sette aree di intervento che vanno oltre gli appalti pubblici “verdi” (o rispettosi dell’ambiente): alimenti sani; pratiche biologiche e altre pratiche agro-ecologiche; sostegno ai piccoli agricoltori; azioni per il clima; economia sociale e diritti dei lavoratori; commercio equo e solidale; benessere degli animali.
Infine, tra le attività portate avanti su territorio nazionale dalla Fondazione anche numerosi affiancamenti per la redazione di capitolati a basso impatto ambientale per le mense scolastiche, universitarie e ospedaliere. E la costituzione del Premio Compraverde per le mense verdi che induce a introdurre i criteri minimi nella ristorazione collettiva in modo giusto, criteri che vanno in accordo con la trasformazione dei sistemi agroalimentari.
Esistono, dunque, progetti, innovazioni e azioni in grado di trasformare l’intero sistema alimentare globale. Come sostenuto anche dal WWF nel report “Giusta innovazione, giusto effetto, nel posto giusto” queste possono essere di natura tecnologica, sociale, legislativa, commerciale e finanziaria. Per questo, è possibile immaginare interventi diversificati, a seconda del luogo e del contesto in cui si opera. E il summit è fondamentale per continuare ad individuare le modalità giuste per realizzare la transizione ecologica del cibo, per ridurre l’impatto ambientale, tutelare la salute e la biodiversità.